L'Eco di Savona e provincia 13/2/2017

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INTUIZIONE E CONSAPEVOLEZZA DEGLI ARTISTI “ZEN”

di Giorgio Siri

Si è conclusa domenica scorsa (5 Febbraio 2017), ad Albissola, al Pozzo Garitta, Circolo degli Artisti, la seconda mostra del 2017, di cui sono stati protagonisti gli artisti “Zen”, Franca Franchi e Massimo Tosini. Entrambi di Parma, entrambi laureati in Giurisprudenza, prima di ritrovarsi sul cammino della filosofia Zen e dell’Arte. nativi del 1961 lei, del 1955 lui, si sono avvicinati all’Arte in anni recenti, con passione e consapevolezza di dover esprimere un forte messaggio; nel 2014 fondano insieme il Movimento “Zen in Art, per un’Estetica Zen”. L’ “Essenzialità delle forme e dei cromatismi”, l’”Intuizione che diventa consapevolezza del qui e ora”, un “Sapere che crea uno spazio tranquillo nell’uomo, che trasmuta in pace la mancanza di pace”, “Attraverso l’Arte si fissa il momento creativo presente e se ne vuole proclamare tutta la sua incommensurabile forza”! Tali citazioni dal manifesto di “Zen in Art” del 25 febbraio 2014, enunciato nel catalogo una mostra all’Idroscalo di Milano, salutata con entusiasmo, dal titolo “Tempo senza inizio e senza fine – Lo Zen incontra l’Arte contemporanea”, sembrano, più ancora dei sette principi codificati dell’estetica zen (tradotti e riassunti, così si declinano: Asperità e Simmetria, Sobrietà, Austera Dignità, Naturalezza,Imperturbabilità e Implicazione, Libertà da ogni attaccamento, Quiete), dei capisaldi ben eloquenti e incisivi per definire o intravvedere il messaggio dei due artisti. A ben vedere, tali enunciati dell’ ”estetica zen”, potrebbero essere consoni con tante idee dell’arte contemporanea, se non effettivamente proprie di essa e ciò è riscontrabile con le opere che erano in esposizione a Pozzo Garitta. Consideriamole dal punto di vista eminentemente “estetico” e “materiale” come, del resto, pare essere negli auspici dei due autori! Franca Franchi è una scultrice eccezionale; ama assemblare lastre di cristalli, che talvolta presentano crepe e fenditure, disposte su supporti metallici, piegati, accartocciati plasticamente, come si trattasse appunto di carta. Essenziale, almeno nelle opere in mostra , l’illuminazione, che completa l’espressività delle sculture, dalle quali si sprigionano la bellezza segreta ed intrinseca, contenuta nel puro materiale, a volte di risulta, da cui, sorprendentemente, se messi in evidenza da una mano esperta, emergono affascinanti segni e formazioni, riflessi indotti dalla luce o dalla disposizione delle lastre, intriganti giochi di incastri e di sovrapposizione, dovuti proprio all’ammaliante incastro delle lastre. Un messaggio estetico, pertanto, convinto e vissuto, che trae l’oggetto artistico, con “incommensurabile forza”, dalla accidentalità dei cristalli, a volte in forma di lacerti abbandonati. Per quanto riguarda Massimo Tosini, i lavori che ha proposto in mostra, sono costituiti da dipinti in foglia d’oro su uno sfondo nero. Ben si addice, per tali opere, il concetto di non tempo e di non luogo, pur se l’artista, forse un po’ volutamente, un po’ no, lascia intuire, nei suoi affascinanti ed arcani segni, forme primordiali, allusioni a fossili od a filamenti di vita elementare, oppure misteriose stelle marine o figure forse microscopiche, ingrandite per farne oggetto di raffigurazione artistica! Da un microcosmo impercettibile ad un anelito di pienezza cosmica, il lavoro di Tosini parrebbe conteso tra calma e tensione, anche se prevale, alla fine, un senso di pacata ricerca, di conoscenza di qualche segreto della materia e della forma… Abbiamo chiesto a Franchi e Tosini se non ritengono che, in definitiva, i principi dell’estetica “zen” da loro coltivati non coincidano, in qualche, come sopra già detto, con postulati dell’arte contemporanea. Un sostanziale “sincretismo” è attuato dagli autori, una applicazione dei principi “zen” al divenire dell’Arte. É interessante l’attestazione dei due artisti, di aver trovato in se stessi la via verso la creazione artistica, magari a seguito di vicende biografiche infelici, come rivela Franca, e dal travaglio è scaturita invece la serenità propiziatrice per l’ispirazione artistica! Profili dei due artisti sono stati inseriti dall’illustre critico e intellettuale Gillo Dorfles nella sua opera “Gli artisti che ho incontrato”, a testimoniare del valore della loro interessante opera. Anche quest’anno sta arrivando. I suoi araldi sono già fra noi. Lui giunge puntuale e rispetta i tempi, con il suo carico di doni e di oblio. Con la pozione magica che ci fa dimenticare per un po’ chi siamo e il nostro cammino. Lui che placa per un attimo la rabbia. La mette da parte, la copre con un velo dorato affinchè non si veda. La luce scende come una polvere sottile, l’atmosfera è sedata, i rumori attutiti. Per questo periodo addormentiamo volutamente gli affanni che diventano meno feroci e aggressivi. La paura è quasi domata. Smette, pur guardandoci…

 

Autore: Giorgio Siri

Fonte: L'Eco di Savona e provincia 13/2/2017

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